Jovanotti, 56 anni, è caduto dalla bicicletta durante una vacanza a Santo Domingo, riportando una frattura del femore in tre punti e della clavicola. Il cantante dovrà sottoporsi a un intervento chirurgico per riparare la frattura del femore, che prevede l’inserimento di un chiodo in titanio per stabilizzare l’osso.
L’incidente è avvenuto mentre Jovanotti stava visitando le piantagioni di canna da zucchero, insieme alla moglie, quando è stato coinvolto nell’incidente in sella alla sua bicicletta. Ha condiviso l’evento sui social mentre veniva assistito da due paramedici locali. Successivamente, ha aggiornato i suoi fan tramite il suo canale TikTok, rivelando di essersi rotto la clavicola e il femore in tre punti.
La frattura del femore è una diagnosi comune dopo incidenti del genere, e solitamente richiede un intervento chirurgico. Nonostante sia uno degli ossa più lunghi e resistenti del corpo umano, il femore può spezzarsi a causa di urti o traumi. Nei pazienti anziani, la rottura del femore è spesso correlata a patologie come l’osteoporosi.
L’intervento chirurgico viene solitamente eseguito rapidamente per ridurre il dolore e le complicazioni legate alla frattura, oltre a evitare lunghi periodi di immobilità. Il tipo di approccio chirurgico dipenderà dall’età del paziente e dal tipo di frattura. Potrebbe trattarsi di una frattura composta, in cui l’osso si divide in più frammenti che rimangono nella loro posizione originale, o di una frattura scomposta, in cui i frammenti sono fuori posizione. Le fratture esposte, in cui l’osso perfora la pelle, sono considerate le più gravi.
Nei pazienti anziani con fratture (spesso scomposte), di solito si ricorre all’applicazione di una protesi articolare totale o solo all’estremità distale del femore. Nei pazienti più giovani, come nel caso di Jovanotti, l’intervento più comune è l’osteosintesi, che consiste nel riposizionare i frammenti ossei del femore e fissarli con mezzi metallici come placche o chiodi in titanio.
Dopo l’intervento, tutti i pazienti dovranno seguire un periodo di riposo, che può richiedere fino a 60 giorni, e seguire un programma di riabilitazione per recuperare la piena mobilità e tornare a camminare, correre o andare in bicicletta.